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Grillo e Rousseau è uno degli articoli confluiti nel mio Grillo l'incontestualizzabile, di recedente pubblicazione. Qui è possibile leggerne un estratto.
Grillo e Rousseau

[...] Mi piacerebbe ancora che queste poche considerazioni, e queste linee generali di analisi e di decostruzione del M5S e delle sue premesse, potessero contribuire ad indurre a riflettere alcuni tra quanti oggi sembrano essersi lasciati momentaneamente sedurre da una piattaforma ideologica inattuabile in sé, per nulla nuova, e dimostrabilmente pericolosa nelle sue derive, nella quale giocano un ruolo centrale concetti come quello di volontà generale e di democrazia diretta sui quali la Storia si è già ampiamente pronunciata. I tempi sono diversi, si dirà, sia rispetto al Terrore giacobino sia ai moderni totalitarismi. Ed è vero, ma sono ricorrenti alcune strutture profonde, assonanze e persino consapevoli riprese, solo adattate per l’appunto ai tempi e ai mezzi. Il fatto che il M5s peschi scientificamente nell’analfabetismo funzionale non deve indurre l’errore di pensare che sia sprovveduta anche la sua leadership. Non è così. Si tratta di cinghie di trasmissione diverse, per le quali passa una costruzione del consenso che va compresa su più livelli. La prima, va dalla leadership alla prima cerchia, costituita dai fedelissimi e dai parlamentari. In questo primo passaggio è essenziale una miscela di fattori orientati alla completa fidelizzazione al brand: dalla programmazione neurolinguistica alla proditoria promozione dell’incompetenza. La scelta consapevole di uomini e donne incompetenti (non politici di professione e dunque onesti, è il pretesto e mantra) mette capo ad un meccanismo noto. La mancanza di qualità e dunque di altre prospettive significative rende uomini nuovi, pone sempre le migliori condizioni per creare verso il brand e verso il partito-movimento una disposizione di fedeltà, riconoscenza e totale appartenenza. Se in qualcuno nasce del senso critico, va espulso, significa che il lavoro non ha funzionato. La seconda cinghia unisce i fedelissimi alla base (c’è un passaggio intermedio, quello degli attivisti digitali, sul quale non mi soffermo qui per necessità di sintesi e di chiarezza). Solo gli iper-fidelizzati possono essere investiti del compito di trasmettere il messaggio. Devono crederci fino in fondo, esserne completamente imbevuti se vogliono credibilmente trasferirlo. Si osservino quindi i tre elementi Leadership-Fedelissimi-Base e si vedrà che lo schema è Competenza-Incompetenza-Incompetenza. Quei riferimenti e quelle spiacevoli assonanze storiche basilari nel movimento sono del tutto consapevoli, si tratta di un prodotto gestito in modo sofisticato e controllato.

(PPC su Nonmollare, quindicinale online di Critica Liberale, 19/06/2017)

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