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M5S: implosione o semplice restaurazione della proprietà unica di sempre?




Ancora una volta ci vado cauto prima di dichiarare politicamente morto il M5S. Del resto l'avvenuta morte politica del Movimento è stata più volte diagnosticata, ma non è mai avvenuta. Accadde così dopo il modesto risultato alle elezioni regionali del 2017, che tuttavia non impedì al M5S di affermarsi alle elezioni politiche del 2018 nettamente come primo partito, con circa il 32% delle preferenze. Quello che appare oggi come disastro e spaccatura insanabile è forse un semplice ribadire la proprietà unica di sempre. Il M5S è il pendolino che porta dalla conservazione alla reazione e viceversa. È tutte le destre possibili. È instrumentum regni. È un contenitore sempre a disposizione, buono per tutte le configurazioni. E di sicuro non per progetti connotati a sinistra, nonostante le persistenti pie illusioni di alcuni.


Altrettanto generose, ad essere buoni, sono le aspettative che continuano, incredibilmente, a proiettarsi sulla figura di Giuseppe Conte.

Aveva cominciato facendo il pupazzo di Salvini e Di Maio, ha finito rimediando un calcio nel didietro da Grillo. Statista. Risorsa imprescindibile per il campo progressista.

In effetti, con la cacciata di Conte dal M5S si sono create tutte le premesse per una nuova versione della buona, cara, vecchia operazione del tutto fallimentare a "sinistra".



[fonte immagine: open.it]

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